Monitoraggio della biodiversità microbica dei suoli di due pinete di Pinus nigra Arn. in seguito a diradamento innovativo nell'Appennino centrale

Tesi di Laurea di Fabrizio Butti

UnifiIn questa tesi di laurea magistrale è stato valutato l'effetto di un diradamento innovativo proposto nell'ambito del progetto SelPiBioLife (LIFE13 BIO/IT/000282), sulla biodiversità microbica del suolo e sul miglioramento della struttura del bosco in due aree dell'Appennino toscano: Amiata e Pratomagno.

Per quest'attività di monitoraggio sono stati presi in considerazione molteplici indicatori di qualità microbica del suolo: la respirazione e la biomassa microbica del suolo per determinare l'attività della componente microbica e l’analisi molecolare Denaturing Gradient Gel Electrophoresis (DGGE) per stabilire la diversità delle comunità batteriche del suolo; inoltre sono state rilevate variazioni di misure dendrometriche come diametro ed altezza medie del soprassuolo, in seguito all’applicazione del trattamento.

Si sottolinea che la presente tesi rappresenta uno studio del momento "zero", ovvero antecedente all’attuazione dei trattamenti. Pertanto, i dati ottenuti consentono di stabilire le differenze tra le due aree campionate ed effettuarne una caratterizzazione dei suoli e dei soprassuoli. Il monitoraggio degli sviluppi futuri verrà effettuato nell'ambito del progetto SelPiBioLife, del quale la presente tesi è parte integrante.
Dai primi risultati ottenuti è stato possibile determinare sostanziali differenze tra le zone prese in esame, Amiata e Pratomagno, anche a causa di differenti caratteri climatologici e stazionali.

I valori di biomassa microbica ottenuti sono simili tra le due aree, a differenza della respirazione microbica che invece ha mostrato valori superiori nei suoli dell'Amiata rispetto al Pratomagno che presenta anche una maggiore eterogeneità. Pertanto, i suoli del Pratomagno sono risultati essere meno sottoposti a stress (quoziente metabolico minore).
L'analisi molecolare (DGGE) ha invece evidenziato una minore diversità batterica nel Pratomagno rispetto all’Amiata. Sulla base di tali risultati è stato possibile definire le condizioni naturali ante-trattamento e, al contempo, di effettuare delle ipotesi sui futuri risultati e di come le risposte delle due zone possano essere differenti in virtù di quanto ottenuto dal presente studio.

Relatore Giacomo Pietramellara
Correlatore Stefano Mocali
Corso di Laurea Magistrale in Scienze e tecnologie dei sistemi forestali (Classe LM-73) AA  2014 - 2015
Università degli Studi di Firenze - Scuola di Agraria

 

 

 

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