I progetti Life sono anche occasione per integrare le azioni previste con studi ed approfondimenti di altra natura come il caso delle tesi di laurea. Particolarmente interessante è quella svolta da Filippo Giuntini sulla “Valutazione della necromassa in piantagioni di Pinus Nigra” e non solo per l’importanza del legno morto per la biodiversità ma anche perché ha come oggetto tre diverse pinete indagate nelle attività di due progetti Life: il nostro SelPiBioLife (LIFE13 BIO/IT/000282) per le aree di Pratomagno e Monte Amiata e il Life FoResMit (LIFE 14 CCM/IT/905 - http://lifeforesmit.com/it/) per l’area di Monte Morello.
Per monitorare gli effetti del trattamento selvicolturale sulla biodiversità di sottobosco e suolo, è necessario conoscere quantità e qualità delle singole componenti indagate prima e dopo l’applicazione del diradamento!
Per monitorare gli effetti del trattamento selvicolturale sulla biodiversità del sottobosco e del suolo è necessario conoscere quantità e qualità delle singole componenti prima e dopo l’applicazione del diradamento!
Per dare un quadro d’insieme della biodiversità “prima del trattamento”, è stato realizzato un bollettino divulgativo che in estrema sintesi dà i risultati delle indagini sulla diversità floristica, micologica, della macro-, meso- e microfauna del suolo, svolte durante la stagione vegetativa 2014/2015 nelle due aree dimostrative del Progetto: Pratomagno ed Amiata.
È stata pubblicata sulla rivista tecnica Sherwood – Foreste ed alberi oggi, un’infografica che attraverso simboli, numeri e pochissimi testi, descrive: i presupposti, le finalità e la tecnica del diradamento selettivo. L’obiettivo principale del Progetto SelPiBioLife è quello di proporre questo trattamento selvicolturale per i popolamenti artificiali di pino nero al fine di aumentarne la stabilità e la biodiversità. Molte sono le azioni ed i prodotti dedicati alla divulgazione per sostenere la replicabilità del diradamento selettivo tra cui: attività formative, pubblicazioni tecniche ma anche semplici prodotti di divulgazione come appunto l’infografica.
L’infografica è una tecnica di divulgazione oggi molto diffusa che proiettata l’informazione più in forma grafica e visuale che testuale. È stata realizzata un’infografica anche sul “dirdamento selettivo” proposto da SelPiBioLife
Il Progetto SelPiBioLife vanta un articolato protocollo sperimentale che complessivamente ricopre 30 ha di popolamenti artificiali di pino nero in Toscana. Questi sono equamente ripartiti tra i territori dell’Unione dei Comuni del Pratomagno (AR) e quelli dell’Unione dei comuni Amiata Val d’Orcia (SI).
La prima azione svolta nel progetto è stata proprio finalizzata ad avere un quadro conoscitivo della componente fisica dei territori in oggetto, della relativa componente forestale e della gestione dei boschi storica ed attuale.
Un poster dal titolo “Accrescere la biodiversità delle pinete artificiali di pino nero in
Toscana: il Progetto SelPiBio (LIFE13 BIO/IT/000282)”, è stato presentato in occasione del XI Convegno Nazionale sulla Biodiversità tenutosi a Matera il 9-10 Giugno 2016.
Relazione tecnica
Si tratta di una relazione tecnica interna del Progetto prevista dall’Azione A1 finalizzata a definire il quadro conoscitivo della componente fisica dei territori, della componente forestale e della gestione dei boschi nelle aree di studio prescelte.
È stata realizzata la versione integrale in lingua spagnola del Manual técnico SelPiBioLife, dal titolo: “La Clara Selectiva. Una practica para incrementar la estabilidad y biodiversidad de los pinares de Pino negral”. Questa versione non prevista dal progettò è stata possibile grazie alla collaborazione di Isaac Sanz Canencia, studente forestale presso la E.T.S. Ing. de Montes, Forestal y del Medio Natural del Politecnico di Madrid che ha partecipato al progetto SelPiBioLife grazie ad un finanziamento Erasmus+ presso il CREA ABP di Firenze.
È stata realizzata la versione integrale in lingua inglese del manuale tecnico sul diradamento selettivo, non solo perché SelPiBioLife è un progetto finanziato da un Programma Europeo, ma anche e soprattutto perché la tecnica del trattamento selvicolturale proposto per le pinete artificiali di pino nero dell'Appennino è efficace e replicabile anche in contesti simili di altri Paesi.