Il Progetto SelPiBioLife
Selvicoltura innovativa per accrescere la biodiversità dei suoli in popolamenti artificiali di pino nero
E' questo un progetto LIFE Biodiversità che riguarda le pinete di origine artificiale di Pinus nigra e in particolare vuole dimostrare gli effetti positivi di uno specifico trattamento selvicolturale. Tali effetti riguardano non solo l’accrescimento delle piante e la stabilità dei soprassuoli ma nello specifico anche la biodiversità a livello di sottobosco e dell’ambiente suolo (funghi, batteri, flora, mesofauna, nematodi).
In particolare viene dimostrato l’effetto di un diradamento innovativo di tipo selettivo rispetto alla modalità tradizionale (diradamento dal basso) e all’assenza di trattamento su popolamenti di pineta in fase giovanile. Si dimostra che questa tecnica gestionale, oltre a stimolare la crescita delle piante e la stabilità dei popolamenti forestali, modificando la modalità di copertura delle chiome, determina un diverso regime di luce, acqua e temperatura a livello del suolo favorendo l’accrescimento della biodiversità e la funzionalità complessiva dell’ecosistema con conseguente incremento del valore economico, turistico e di protezione idrogeologica.
Il progetto prevede attività disseminative mirate alla divulgazione dei risultati per favorire la replicabilità dei trattamenti proposti.
Cos’è LIFE+?
LIFE è un Programma introdotto dall'Unione Europea nel 1992, con cui vengono co-finanziati progetti su tematiche ambientali proposti dai Paesi membri. L'obiettivo è fornire un sostegno specifico per lo sviluppo e l'attuazione della politica e della legislazione comunitarie in materia ambientale, in particolare perseguire gli obiettivi del sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente. I progetti finanziati possono essere proposti da operatori, organismi o istituti pubblici e privati.
LIFE+ (o LIFE Plus) è il Programma di finanziamento per il periodo che va dal 1° Gennaio 2007 al 31 Dicembre 2013, ed ha una dotazione finanziaria complessiva di oltre 2.000 milioni di euro.
Il programma LIFE+ prevede tre componenti tematiche:
- LIFE+ "Natura e biodiversità";
- LIFE+ "Politica e governance ambientali";
- LIFE+ "Informazione e comunicazione".
Attraverso le “call” che annualmente vengono proposte dalla Commissione europea è possibile presentare progetti in uno dei tre filoni di LIFE+.
Per sapere di più sul Programma LIFE+, scaricare materiale informativo e modulistica, controllare le scadenze dell’ultima “call” e visionare altri progetti LIFE è possibile visitare il sito web dedicato della Commissione europea - Ambiente (in lingua inglese): http://ec.europa.eu/environment/life
Si mettono anche a disposizione tre articoli apparsi sulla rivista Sherwood (in italiano) che parlano dello strumento LIFE+ e del LIFE 2014-2020:
LIFE_1 >>>
ProFor 1 >>>
ProFor 2 >>>
Problemi ed Obiettivi
Problemi
Nel territorio italiano i boschi a prevalenza di pino nero e laricio ammontano a 236.467 ettari (23% dei boschi di conifere). In Toscana si estendono per una superficie di circa 20.500 ettari.
Si tratta in particolare di rimboschimenti eseguiti nel periodo dopo guerra per ricostruire la copertura forestale su superfici degradate da un uso eccessivo delle risorse montane. Questi rimboschimenti oggi hanno, nella maggior parte dei casi, raggiunto l’obiettivo per cui sono stati realizzati, cioè l’arricchimento dei suoli, e rappresentano popolamenti di valore sia dal punto di vista paesaggistico che idrogeologico in funzione del recupero e della messa in sicurezza di estese superfici montane.
Al fine di garantire il ruolo multifunzionale e sostenibile di queste pinete, è a questo punto necessario prevedere ed attuare azioni selvicolturali finalizzate alla “rinaturalizzazione” nel medio lungo termine, ovvero alla successione naturale delle pinete tramite il reingresso graduale di specie forestali autoctone (latifoglie).
Nella pratica gestionale questo processo è favorito dai diradamenti, cioè interventi selvicolturali attraverso i quali viene regolata la densità del popolamento forestale.
Per le specie eliofile, come i pini, la modalità più opportuna di diradamento è quella “selettiva”, ovvero una tecnica di scelta e allevamento delle piante di maggior sviluppo potenziale. Nonostante sia stata dimostrata l’efficacia dei diradamenti di tipo selettivo sugli effetti incrementali e di stabilità dei popolamenti artificiali di pino nero, questa modalità d’intervento non viene ancora comunemente adottata nelle pinete appenniniche.
Obiettivi
Il principale obiettivo del progetto, che ricordiamo è un LIFE Biodiversità, è quello di dimostrare che l’applicazione del diradamento selettivo alle pinete a prevalenza di pino nero abbia effetti positivi nei confronti dell’incremento sia della biodiversità vegetale del sottobosco che di quella del suolo e, allo stesso tempo, migliori gli aspetti legati alla produzione (stimolo alla crescita) e alla protezione (miglioramento dei parametri di stabilità meccanica) a livello del popolamento forestale.
Il mutamento in positivo delle condizioni ecologiche del suolo in seguito ai diradamenti selettivi concorre inoltre a favorire il processo naturale di rinnovazione/successione delle pinete.
Attraverso una serie di attività di formazione e divulgazione e la realizzazione di specifici prodotti, il progetto vuole dimostrare come il trattamento selvicolturale innovativo proposto non solo sia efficace ma anche di facile applicazione e replicabilità.
Azioni
- A1 - Quadro conoscitivo della componente fisica dei territori, della componente forestale e della gestione dei boschi
- A2 - Rilievo dei parametri dendrometrico-strutturali dei popolamenti forestali e del legno morto ante trattamento
- A3 - Rilievo della diversità floristica ante
- A4 - Rilievo delle componenti della diversità microbica e della mesofauna del suolo ante trattamento
- A5- Rilievo della diversità micologica ante trattamento tramite metodiche di riconoscimento macromorfologico e tecniche molecolari
- C1 - Definizione e realizzazione degli interventi di diradamento nel territorio dell’UC Pratomagno
- C2 - Definizione e realizzazione degli interventi di diradamento nel territorio dell’UC Amiata Val d’Orcia.
- D1 - Rilievo dei parametri dendrometrico-strutturali dei popolamenti forestali e del legno morto post trattamento
- D2 - Rilievo della diversità floristica dopo il trattamento
- D3 - Rilievo delle componenti della diversità microbica e della mesofauna del suolo post trattamento
- D4 - Rilievo della diversità micologica post trattamento tramite metodiche di riconoscimento macromorfologico e tecniche molecolari
- E1 - Individuazione degli stakeholder e dei soggetti main target audience
- E2 - Progettazione, realizzazione e gestione del sito web dedicato al progetto
- E3 - Realizzazione notice board
- E4 - Incontri di partecipazione, percorsi formativi e seminari di informazione e sensibilizzazione
- E5 - Disseminazione dei risultati in Italia e in Europa
- E6 - Realizzazione dei convegni di presentazione e conclusivo
- E7 - Realizzazione del Layman's report
- F1 - Gestione generale del progetto
- F2 - Piano di comunicazione After LIFE
Aree d’intervento
Gli interventi selvicolturali innovativi e i monitoraggi della biodiversità a livello di sottobosco e suolo verranno condotti in rimboschimenti appartenenti al Patrimonio Indisponibile Agricolo Forestale della Regione Toscana in gestione ai due partner: Unione dei Comuni del Pratomagno (UCP) e Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia (UCAVO).
In particolare le aree dimostrative saranno realizzate rispettivamente:
- nella Foresta Pratomagno-Valdarno (Arezzo) facente parte che interessa una superficie catastale di 3.300,14 ettari.
- nel Complesso Forestale Madonna delle Querce (Siena e Grosseto) che interessa una superficie catastale di 2168,60 ettari.
Dati meteo
In ciascuna delle due aree d’intervento è stata istallata una stazione metereologica DAVIS con sensori per acquisizione dati: "Vantage Pro2"; in grado di registrare e fornire direttamente via web i principali dati meteo stazionali.
In particolare:
• Temperatura/umidità con schermo solare standard passivo;
• Pluviometro (risoluz. 0,2 mm);
• Anemometro (velocità/direzione vento);
• Radiazione solare globale;
• Radiazione ultravioletta (UV);
La finalità è quella di confrontare, una volta acquisiti, i dati meteo completi con i dati di umidità e temperatura del suolo nelle aree sperimentali, per poter stimare con buona attendibilità il bilancio idrico del suolo e correlarlo con gli effetti delle differenti tecniche di diradamento sulla componente biotica.
La trasmissione delle informazioni avviene attraverso tre passaggi
dai sensori al datalogger attraverso un trasmettitore wireless
dal datalogger al server si ha la trasmissione dati via GPRS;
infine è possibile ricevere direttamente i dati su web tramite download.
I dati meteo relativi ai siti dimostrativi del progetto SelPiBioLIFE: Monte Amiata (SI) e in Pratomagno (AR) sono quindi disponibili per tutti in due modalità:
• la situazione giornaliera in tempo reale tramite i seguenti link:
http://www.weatherlink.com/user/pratomagno
http://www.weatherlink.com/user/vivodorcia
• i report mensili a partire da luglio 2015 ad oggi relativi. Qui è possibile conoscere i principali dati meteorologici giornalieri (vedi legenda)
Un breve video mostra lo strumento!